lundi 11 août 2014

Ticino Trail 2014: 50km... e qualcuno di più!

Cominciamo dalla conclusione : non mi è piaciuto ! 

Partenza alle 9, sotto un cielo grigio e basso... da ore si susseguono i rovesci, pare che in giornata dovrebbe migliorare...
Rimango subito dietro... A dire la verità ricordo molto poco dei primi 11 km prima del primo ristoro . Si sale da 700 m a 1867m di quota, fino alla Capanna Piandioss. Il sentiero è in buona parte nel bosco. Piove, metti la giacca, non piove, togli la giacca. Piove, metti la giacca. Sono già stufa. Poco prima di arrivare alla capanna, penso sarà stato attorno al km 10, comincia a farmi male il muscolo tibiale anteriore destro. Mai avuto problemi con questi muscoli prima, boh, cosa gli succede ? Vabbè, dai che non sarà nulla [-o< 
Rilevano il mio tempo di passaggio in capanna (2h48'), proseguo senza fermarmi, ho ancora le borracce abbastanza piene e non ho fame. Anche dei km 11-19 ricordo poco. Poi si arriva nella pianura di Acquacalda: strada bianca, c'è qualche casetta di qua e di là. Come sempre quando arrivo sul piano dopo i saliscendi, faccio una fatica tremenda. Il tibiale non accenna a calmarsi. Arrivo alla Capanna Acquacalda (1731m, 5h47'). Vedo un paio di ragazzi conosciuti mentre aspettavamo la partenza, hanno deciso di mollare, non hanno più ne le gambe ne la testa (uno è abituato alle corse nel deserto, dice che questo terreno non fa per lui). Riempio le borracce... spacciano tè freddo alla pesca per bevanda isotonica... va bene tutto ! Mi siedo due minuti per massaggiare il tibiale e poi riparto.
Qualche km in leggera salita... siamo vicino alla strada e c'è la rete telefonica, mi chiama un amico che ha la casa di vacanza nelle vicinanze, dice che mi aspetta nel prossimo pezzo in salita. E difatti lo ritrovo là, dopo una salita spaccagambe sul sentiero naturalistico del Lucomagno. Mi accompagna per qualche km, mi fa qualche foto, mi dà notizie dei compagni di società che sono passati prima di me. 

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E sopratutto mi da una gran botta di motivazione per proseguire. Ci separiamo sul passo del Lucomagno dove riprende l'auto mentre io proseguo. Ancora qualche km di strada sterrata piana sul bordo della diga di Santa Maria (circa 1900m) , prima di cominciare la salita al Passo dell'Uomo (2218m).
Ecco, qui ho googlato un'immagine per darvi un'idea del sentiero. 

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Un incubo di sassi ! Sarà il mio km più lento e svogliato. Nuovo rovescio di pioggia, abbastanza abbondante. Smette di piovere, salta fuori il sole. Umidità a 200%. Arrivo al passo dell'Uomo, vedo la Capanna Cadagno (terzo punto di ristoro) indicata a 1h40. Ma si, tanto mettono sempre indicazioni che vanno bene per pensionati stanchi... Guardo l'orologio... sono le 16:20. Arriverò in capanna alle 18h00. Mi sento molto pensionata stanca. ](*,) 
In questa zona ci sono tante marmotte, mentre proseguo con fatica le sento fischiare e ne vedo anche diverse, ovviamente saluto ciascuna come si deve. Qui il terreno è abbastanza pianeggiante, peccato che non posso correre. Le fitte al tibiale sono sempre più forti, 3-4 volte grido dal dolore quando appoggio il piede. Penso di ritirarmi alla Capanna Cadagno, da lì posso farmi portare fino alla funicolare del Ritom, scendere a valle e tornare in mezzo al mondo normale, con sul groppone la disfatta però meglio essere ragionevoli... Arrivo dunque in capanna (km 34.5, dopo 8h59'), bevo un brodino caldo, mi massaggio il tibiale con dell'olio essenziale di lavanda, rimedio tuttofare che porto sempre con me. Il massaggio sembra fare effetto... Mi chiedono se so quanti ce ne sono ancora dopo di me, non lo so, non ho visto nessuno, mi dicono che qui a Cadagno si sono ritirati in 5-6. 
Ma io no ! Non voglio darmi per vinta. Saluto e ringrazio, e me ne vado. Adesso bisogna salire dai 1964m ai 2570 della Capanna Cadlimo, sono poco più di 8km. Conosco bene la prima parte del sentiero lungo il lago Cadagno e fino al lago Tom (2022m), solo che le due volte che l'ho fatto era in discesa. Prima di scollinare e scendere verso il lago Tom mi giro e in lontananza vedo arrivare un'altra concorrente. Si passa in mezzo alle mucche dell'alpe facendo il giro del laghetto, e si comincia la salita. Attorno al 40° km mi supera quella ragazza, fresca come una rosa, dopo 40km i suoi indumenti profumano ancora di bucato ! I miei no, decisamente. Sale come un camoscio sul sentiero ripidissimo, mentre io annaspo come un bradipo stressato.
Passiamo in mezzo alla nebbia, vicino a un laghetto con dentro un'enorme massa di neve che secondo me non ce la farà mai a sciogliersi quest'anno. Si sale si sale si sale, finisce la vegetazione, la luce del giorno sta calando... e arriva un altro scroscio di pioggia, che mi arriva alle spalle praticamente all'orizzontale grazie al vento, in nemmeno 5 minuti sono slozza e congelata dal sedere in giù. Le scarpe sono piene di acqua fredda, ormai non guardo nemmeno più dove metto i piedi, è un mondo di pietra e di acqua, c'è acqua che viene giù da tutte le parti, i sentieri sono ruscelli e i ruscelli sono sentieri. Arrivo finalmente alla Capanna Cadlimo poco prima delle 21 (km 43, dopo 11h43 di gara). Ci ritrovo la ragazza che mi ha superato, è una francese di Nizza. Bevo un'altro brodino caldo e riparto, voglio cominciare la discesa prima del buio totale. Però appena esco, mi accorgo di avere freddo, e mi fermo per mettere la maglietta a maniche lunghe sopra quella a maniche corte e sotto la giacca. Nel frattempo mi ripassa davanti la francese, ma va bene così, mi fa strada. Solo che lei va molto più veloce di me :mrgreen: 
Accendo la frontale... e mi perdo. A un certo punto vedo la luce di due frontali sopra di me, riesco ad avvicinarmi e chiedo se stanno scendendo verso Airolo. Devo ripetere la mia domanda, sono una coppia di tedeschi però hanno capito Airolo e mi dicono « ja », quindi mi accodo ! Per fortuna li ho trovati, da sola nella discesa mi sarei un po' spaventata. Ok, mi sono spaventata comunque. 
Prima si scende su sassi di tutte le forme e di tutte le dimensioni, sono felice di non avere i bastoni perché mi sento molto più sicura ad aggrapparmi con le mani. Si scivola sui sassi, si scivola sulla terra, si scivola sull'erba. I due tedeschi scivolano meno di me, e regolarmente mi distanziano. Nella mia testa gli grido di non lasciarmi da sola ! Poi mentre sto scendendo mi tocca anche rispondere a una chiamata dei miei che non hanno ricevuto i miei sms di aggiornamento, ciao mamma tutto bene ma io sarei un po' impegnata a guardare dove metto i piedi, ci sentiamo più tardi ! 
Mi chiedo quanto può durare ancora questa discesa, sono tesissima. E poi finisce l'incubo, si attraversa un piccolo ponticello stretto ed eccoci su una strada sterrata ! Alleluia !!!!!!
I tedeschi si fermano per togliere uno strato di vestiti, io proseguo, convinta di essere ormai vicinissima al traguardo ! Corricchio, dopo essersi fatto congelare dalla pioggia il tibiale infiammato non fa più troppo male. Insomma, diciamo che mi sono abituata. Arrivo a un incrocio, sulla sinistra c'è un ponte di legno, mentre dritto prosegue la strada sterrata. Non vedo più nessuna delle bandierine/cerchi arancioni del percorso, e neanche dal segnale bianco e rosso del sentiero, dipinto su un sasso, si riesce a capire dove andare. Chiamo il numero dell'organizzazione, gli dico che sono sicuramente vicina all'arrivo ma che ho un dubbio sulla strada da prendere. Il ragazzo al telefono non riesce a capire dove sono, ma dopo una lunga chiacchierata confusa mi dice di proseguire comunque dritto sulla strada sterrata.
Stranamente, perché mi sono fermata e ho fatto avanti e indietro per diversi minuti, non arrivano i tedeschi. Uff... non ci si può fidare di nessuno :mrgreen: 
La strada sale per un po' , non mi piace questa cosa... poi scende sempre di più, forse mi sono persa ma prima o poi arriverò sul fondovalle ! Chiamo il mio compagno, mi chiede dove sono, non gli piace quando gli dico che sono a qualche km da Airolo ma senza sapere bene dove. Chiamo i miei per dirgli che probabilmente prima di mezzanotte non arrivo. Sento anche l'amico con il quale sono venuta in macchina, lui mi dice di essere appena arrivato ma che i km sono 59 ! Azz. :thumbdown: 
Corro, corro, corro... arrivo a un'altro incrocio, qui comincia l'asfalto. Istintivamente prenderei la strada che va giù, ma sta passando un ragazzo in macchina e gli chiedo dove passare per andare ad Airolo. Mi dice di prendere la strada che sale. Lo ringrazio e poi sbuffo... sono stufa nera. Controllo sul gps del telefonino che sia la strada giusta, ok, funziona. Dopo un po' vedo un cartello che indica la stazione di Airolo a 15 minuti a piedi. Yes ! Ce l'ho fatta. Mi annoio a camminare sull'asfalto, quindi do una sbirciatina a Facebook e faccio un po' di aggiornamenti, è bello leggere il sostegno degli amici podisti e non. La luce e la musica mi fanno capire dov'è il piazzale Motta dove c'è l'arrivo (ultimi km indicati col fondoschiena, o non del tutto secondo me). 

14h54'43'' per 56km (secondo il mio Garmin, che però taglia un po' tanto le curve). 

La ragazza francese si sarà persa anche più di me, arriva mezz'ora dopo :nonzo: 

Vado a farmi la doccia... ora che la tensione è calata e che i muscoli si raffreddano, il tibiale mi fa capire tutta la sua incaxxatura. 

Questa è una gara che io non avrei dovuto finire. Ma non potevo non finirla. Anche perché molto probabilmente non la rifarò. Terreno troppo poco corribile, discese troppo tecniche, una grandissima sfida ma divertimento zero. Sarebbe stato diverso col bel tempo e un terreno meno inzuppato di pioggia? Forse ma non credo, a parte la prima parte nel bosco tutto il percorso sarebbe stato esposto al sole, e comunque sui sassi non si corre. O perlomeno, io non corro. 

Sono molto fiera di aver portato a termine questa gara, perché non c'era la voglia e purtroppo c'era il dolore (che rabbia, a parte il tibiale, stavo veramente bene, cosce ok, ginocchia ok, polpacci ok, stomaco ok, tutto ok!). 

E poi è la prima volta in vita mia che faccio una cosa per 15 ore di fila :mrgreen: