mardi 4 mars 2014

Ramblings

E’ da qualche mese ormai che ho la sgradevole sensazione di trovarmi a un bivio. Dico sgradevole perché non so dove mi potrebbe portare nessuna delle due strade, e continuo a rimandare la scelta. Non ho ancora capito bene tra cosa e cosa devo scegliere. O se devo scegliere, punto.
Nella primavera dello scorso anno, dopo tanta fatica, tanto sudore, ma anche con tanta gioiosa motivazione, ho strappato un (per me) ottimo tempo sulla mezza maratona (1h42’31’’). Poi mi sono seduta. La mia testa aveva ottenuto quello che voleva, e il mio corpo ha detto “basta!”. Non voleva più saperne. Non stavo male, non ero infortunata, ma non ne avevo più. Benzina mentale finita, gambe vuote. In tutte le successive gare ho corricchiato decentemente, ma nulla di più. A giugno ho corso la mia prima (e per ora unica) 6 ore e mi si è aperto un altro mondo a livello mentale. Un mondo che da allora sogno di ritrovare, ma che sembra scivolato fuori dalla mia portata. Perché per correre decentemente così a lungo, bisogna anche allenarsi a correre forte. E io non ne ho voglia.
Dopo questa 6 ore, forse a causa dello sforzo, forse a causa delle scarpe “scariche”, forse a causa del caldo di quel giorno che mi avrà causato un po’ di disidratazione (non ho avuto visioni ma poco ci è mancato), mi è venuto un dolore al tallone destro (inserzione del tendine), che ho ignorato per mesi. Ci ho convissuto durante le corse in montagna (tanto in salita mica mi serve il tallone), ci ho convissuto in vacanza (mi porto comunque le scarpette, poco importa se al mattino non riesco a poggiare il piede per terra alzandomi dal letto, dopo un po’ si scalda e mi passa), ci ho corso una 30km e ancora qualche mezza (con risultati penosi). Insomma, dopo 4 mesi di dolori (e di stupida testardaggine) ho pensato che forse era ora di ascoltare il mio corpo. Avrei potuto ascoltarlo subito e riposare durante l’estate, già che in corsa patisco il caldo da morire. Ma no, ho preferito ignorare la cosa, e così rovinarmi la stagione fredda. Mi è andata bene che abbiamo avuto un’inverno schifosamente piovoso, ho meno rimpianti.
Dopo l’ultima mezza maratona a fine ottobre 2013, ho decretato (e rispettato!) un mese intero di pausa dalla corsa. E non è che ho fatto molto altro per compensare. Un paio di volte in piscina, un po’ di cyclette e di yoga a casa, niente di che. A dicembre ho corricchiato forse 3 volte. Se avessi voluto preparare la maratona di Zurigo in 4 mesi (l’albergo era già prenotato…), avrei dovuto ricominciare da un buon livello già a metà dicembre. Però a metà dicembre tutto era da ricostruire, altro che buon livello. E il dolore non era del tutto passato. E intanto avevo già messo su tre chili rispetto a inizio settembre. Ma che sollievo vedendo sfumare l’obiettivo maratona! Non passare mesi a massacrarmi di ripetute contro il vento, di lunghissimi sotto la pioggia o al contrario sotto un caldo sole del tutto inaspettato. Che senso ha faticare tanto per metterci qualche secondo, o magari anche qualche minuto, di meno? Che senso… nel grande schema delle cose, intendo.
Mi sono iscritta in palestra, io che avevo detto “palestra? Mai, tutto il mondo è la mia palestra!”. Però stavo per scoppiare per l’inattività forzata e la frustrazione, e la paura di sentire il male che andava e veniva, che sempre tornava, la paura di non poter più correre. Dopo un mese di palestra (e sempre di poca corsa) avevo messo su altri due chili. Di massa magra, facciamo finta che sia davvero così. Quindi adesso corro poco, non ho fiato, e ho pure cinque chili in più da portare in giro. Perfetto, direi… E la cosa peggiore è che ho grandi sogni. Grandi sogni di (piccoli) ultratrail. Voglia di correre tanto ma senza essermi dovuta allenare prima. Perché fa buio e piove, perché non ho voglia, perché in palestra si sta meglio e la gratificazione è più immediata, perché basta che mi faccio una serie di ripetute per far tornare un fastidio al tallone, è successo ancora la settimana scorsa.
Per intanto ho deciso di vivere le mie gare da “turista”. A febbraio ho corso la Mezza maratona delle Due Perle in Liguria, facendo da pacer ad un amico, in poco meno di due ore. Domenica sarò alla Lago Maggiore Half Marathon e qualsiasi risultato sotto l’1h50 sarà buono da prendere (vediamo se ce la faccio?). Ad aprile ho in programma la Sarnico-Lovere, però sarà il giorno del mio compleanno, figurarsi se avrò voglia di faticare... A giugno dovrei fare di nuovo da pacer 2h per il Semi-Marathon de Fribourg, “nelle mie terre”. Mi farà forse male soltanto il Grand Prix di Berna, perché se vado avanti così il mio risultato sarà pessimo, in una delle gare che amo di più. Pazienza. Non so che fine abbia fatto il mio spirito competitivo. Mi ha lasciato con solo una gran voglia di partecipare, di arrivare, di esserci stata, e nulla di più. Devo ancora capire se si tratta di sagezza o di stanchezza, se devo e/o posso ripigliarmi.

E in ogni caso un bel detox primaverile adesso ci sta, come faccio a farmi 50km su e giù per i monti con quei 5kg di zavorra? Ecco, forse finalmente mi sono data un obiettivo… di peso ;-)

C'è un diavoletto sulla mia spalla sinistra che sta ridacchiando. Ridacchia in inglese e dice "watch me fail". Bastardo. No che non ti ascolto. Ma l'angioletto che fine ha fatto? Mi è scappato via l'angioletto! Andiamo bene...

6 commentaires:

  1. Vivo un periodo simile,dopo le questioni fisiche che tu già conosci, e mi impegno solo a "combattere" quèl pò di pigrizia che a volte sale, perchè quella non deve mai prendere il sopravvento..
    Hai la fortuna che quei 5kg,su di te,stanno tutto tranne che male,quindi quelli non devono essere un cruccio,se ne andranno appena ritroverai un minimo di continuità..
    Non sono,probabilmente,la persona più adatta a darti consigli,visto quanto dichiarato prima,ma non vedo nulla di male nel correre senza dover per forza rasentare il limite..
    Visto che sempre di sport amatoriale parliamo,anche se a volte c'è la tendenza a dimenticarselo tra tabelle e allenatori,c'è spazio anche per chi il pettorale se lo mette perchè ama una certa routine del giorno di gara,perchè è l'occasione per condividere una mattinata con amici,perchè si è stancato di fare sempre solo i soliti percorsi ecc....
    Cerca di tornare all'inizio,ritrovando il piacere di farlo,quando tutto quel che veniva era un passo avanti.. Non è una questione di sterrato o strada ma di atteggiamento,di rimettere tutto nel giusto contesto....speriamo di ritrovare la strada.. ;)

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    1. La strada... o il sentiero :-D
      Infatti quello che mi mancherebbe di più della corsa sarebbe la compagnia degli amici, i raduni, il pranzo in comune dopo lo sforzo... e pensare che sono un'orsa asociale!!!
      Grazie per il tuo commento e spero a presto! :)

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  2. intanto c'è una mezza da portare a casa e viste le previsioni sara fantastica

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    1. sisi, meteo fantastico e bella medaglia... per il resto patirò il caldo da morire e prevedo la mia solita gestione di gara "da deficiente" ahahaha :)

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  3. allora com'è andata 'sta mezza ?

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  4. E' andata, Nino, è andata :-D
    (di quelle da non ricordare però ;-))

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